32 157 47 29 0 16 0 2

Ultime domande

Ultime risposte

  • Risposta a: brividoblum

    Questa domanda non nasce dalla semplice curiosità, ma dall'angoscia di chi sa di dover affrontare il distacco dagli affetti più cari. La morte infatti ci allontana, ci divide. La scienza non può dare queste risposte in quanto si occupa appunto dell'"uovo" di oggi e non della "gallina" di domani. E l'essere umano è sempre più proiettato a consumare letteralmente il presente, perchè il futuro è percepito come qualcosa di lontano e incerto. Ma è all'interno di questa incertezza che dobbiamo imparare a muoverci, perchè ogni cosa a questo mondo è transitoria. Ciò che rimane è ciò che è dentro di noi, nel nostro cuore. E il cuore si riempie solo se nutrito di futuro.

  • Risposta a: legis87

    La Chiesa cattolica si è riciclata nei secoli. Eppure nella religione valgono le regole senza le quali non può esistere un ordino costituito di così lunga durata. La Chiesa cattolica ha vissuto lo scisma, cosicchè altre sono state le correnti (progressiste) che hanno preso il sopravvento nel nord Europa e in altre parti del mondo. In ogni caso nella religione vige la regola, almeno finchè questa non viene modificata, di fronte alla quale anche la persona viene sacrificata per uno scopo più alto.

    Per la domanda: Chiesa cattolica
  • Risposta a: henry1976

    Non è la religione, depositaria di un messaggio, a dare un senso alla vita. Lo è semmai il messaggio stesso, la cui storicità può essere sicuramente messa in discussione ma non la validità. Il messaggio del Cristo è rivoluzionario perchè vuole comprendere tutti indistintamente (è omnicomprensivo). La Chiesa Cattolica è solo depositaria da secoli di un messaggio che deve giungerci inalterato. Purtroppo le alterazioni nei secoli ci sono state, probabilmente anche profonde le omissioni, ma il senso profondo e la forza di quel messaggio di amore rimangono inalterati e incorruttibili.

  • Risposta a: colla232990

    La sofferenza non fa parte di nessun disegno superiore, è semmai disegno dell'uomo. Spesso legittimiamo o rimaniamo indifferenti (che è peggio) di fronte al dolore e alla sofferenza, soprattutto se questo dolore e questa sofferenza toccano altre persone magari con cui non abbiamo rapporti di alcun genere, tanto meno di amicizia. Accettare è solo la scorciatoia che usiamo per non porci troppi problemi. Ma ciò che causa l'uomo solo l'uomo può risolvere. Accettare significa attendere, ed è quello che spesso facciamo nella politica, una politica di rappresentanza e non di partecipazione. Questo nostro modo di vivere condiziona e non poco il nostro modo di credere.

    Per la domanda: Dio esiste ?
  • Risposta a: sapo.rito

    Gli OGM (organismi geneticamente modificati) sono molto più resistenti e in teoria adattabili a tutte le condizioni climatiche, anche le più avverse. E' evidente che da una parte l'uomo cerca di creare colture per la larga coltivazione, dall'altra i processi di desertificazione e degrado dell'ambiente causati dall'uomo rendono le condizioni ancora più impervie. In tutto questo l'uomo cerca di trovare un nuovo equilibrio modificando geneticamente le colture per renderle idonee all'ambiente che cambia, ma in questo modo distrugge un equilibrio che è quello che la natura ha creato in milioni di anni.

  • Risposta a: kele50

    Occorre aprire gli occhi, perché le cause non sono in coloro che patiscono il male ma in coloro che lo causano negligentemente, mentre coloro che ignorano continuano loro malgrado a legittimarlo e a renderlo ancora peggiore. Il male, che sia fisico o spirituale, deve essere alleviato perché le persone trovino quel sollievo che è bene per l’anima e per lo spirito.

  • Risposta a: kele50

    La sofferenza degli altri non deve diventare un alibi per noi per non agire come spesso e volentieri avviene. La sofferenza è inflitta dall'egoismo dell'uomo sul più debole. Ciò che dobbiamo combattere è ciò che causa il male. Coloro che soffrono sono vittime dell'indifferenza di coloro che duri sono nel cuore e nello spirito. Di fronte alla sofferenza degli altri più che pregare bisogna agire. Solo allora e solo così ci renderemo conto che molta della sofferenza può essere evitata o alleggerita notevolmente, perchè nel mondo molto rimane sotto omertà, poco o niente è evidente (a parte il male). Mentre l'indifferenza giustifica questo male come necessario.

  • Risposta a: bolodenata

    GUERRA TRA POVERI:

    Purtroppo gran parte del malcontento è percepito nelle famiglie appartenenti alle classi meno abbienti di cittadini italiani che si vedono negare il diritto di poter portare il proprio bambino negli asili nido pubblici perchè già occupati da bambini figli di extracomunitari che vivono e lavorano in Italia. Questo comporta per la famiglia una spesa aggiuntiva per l'asilo nido privato. Poi per quanto riguarda le graduatorie delle case popolari, anche queste sono per lo più occupate ai primi posti (ma non solo) da immigrati. Insomma, sono le famiglie con reddito medio basso che si domandano perchè pagano le tasse e hanno sempre meno diritti e maggiori spese.

    Insomma, gli immigrati portano sicuramente una grossa boccata di ossigeno all'economia delle imprese italiane, ma non delle famiglie (dei lavoratori) già cariche di problemi e per la quali lo Stato appare invece meno presente. Allargare i diritti significa stringere ulteriormente la cinghia per quanto riguarda lo stato sociale, l'assistenzialismo, ecc. Per contro, chi viene dall'estero è pronto veramente a tutto e trova sicuramente un momento favorevole in quanto è sicuramente tutelato (non vi è grossa difficoltà a trovare determinati lavori, quelli dai più scartati perchè classificati come precari). E chi viene in Italia sa di poter avere la propria occasione e di avere tutto da guadagnare nell'integrarsi all'interno del tessuto sociale. E' vero, esistono i lavoratori in nero, i non regolari. Questi sono spesso facile bersaglio della malavita che recluta ed alimenta il proprio business, ma non illudetevi che senza di loro la criminalità diminuirebbe. I 500.000 (mezzo milione) non mi sembra rappresentino un dato molto significativo, in Italia il mercato sommerso è alimentato da cifre ben superiori, la maggioranza italiani. Non bisogna quindi fare l'errore di cadere nei luoghi comuni, in facili conclusioni intendo. Il fenomeno della criminalità e del lavoro sommerso è una piaga che si alimenta di ben altri numeri. In Italia, piuttosto, servono leggi e pene certe, per tutti senza nessuna eccezione. Ma siamo Italiani, e già le regole ci vanno strette, questa è la verità. Siamo Italiani, ci dobbiamo lamentare, mentre stiamo già dibattendo e polemizzando sull'innalzamento dell'età pensionabile per le donne. Non siamo mai contenti, se non pensiamo alla settimana di lavoro corta, alle ferie e magari alla pensione da giovani. Ma quando mai pensiamo al lavoro.

Ultimi commenti

  • Commento a: drM.Elli_GENIO

    Sono d'accordo. La cosa paradossale è che la mia ex è quella che mi suggerisce altre persone come una sorta di "consiglio per gli acquisti". Ma come le ho detto: l'amore non si vende e non si compra, è qualcosa che deve nascere naturalmente. Certo, sto riversando le attenzioni sulla mia cagnetta che adoro, la quale ha sempre avuto molta sensibilità verso di me. E le soddisfazioni che riesce a darmi sono incredibili, anche se pesa solo 2 chili e abbaia anche troppo. Apprezzo il suo modo naturale di esprimersi e la sua forte personalità, è un forte stimolo a guardare avanti indipendentemente da questioni affettive e di cuore. E' la migliore risposta a questa domanda anche se non ha l'uso della parola.

  • Commento a: libergilida

    Non voglio con la mia esperienza fare il professore in questa sede. Come anche tu mi confermi, sono i familiari i primi a dover avere voce. Purtroppo ad oggi lo psichiatra è sempre meno propenso ad ascoltare i familiari, anzi questi vengono spesso ritenuti un intralcio perchè troppo coinvolti emotivamente. E qui sta il più grosso errore dello psichiatra, quando vuole sostituirsi in qualche modo ai genitori o ai parenti più stretti della persona in trattamento farmacologico. Manca in questo senso una vera e propria collaborazione che potrebbe dare segnali importanti.

    E' evidente che sono contento se la tua amica sta sperimentando la strada dell'autonomia, questo significa vivere. Per quanto riguarda i riferimenti a film in particolare, devo dire che la realtà è molto diversa e spesso la cinematografia e in generale la fiction tendono a dare un'immagine distorta (esasperata) della realtà. Anche la cronaca purtroppo ne da un'immagine distorta, perchè amplifica un fenomeno che è molto marginale (fa più notizia il singolo evento criminale che alla fine non rappresenta per niente la regola). La lotta allo stigma in definitiva significa anche questo, ridare il giusto peso alle cose. Gli eventi criminali perpetrati da malati psichiatrici sono esigui in rapporto a quelli compiuti nella totalità, basta fare riferimento alle statistiche. Ma ancora persiste la paura del malato, del tutto infondata. Spesso il malato è la persona fragile che anzi va protetta in una società che stigmatizza la malattia psichiatrica. I violenti, in sostanza, sono una piccola parte se confrontati con la totalità delle persone. Cominciamo quindi noi a credere di più in queste persone e a non alimentare il pregiudizio su di loro, che ha oltre tutto conseguenze disastrose sulla loro vita. Diamo loro coraggio, invitandoli a credere prima di tutto in se stessi, nelle proprie capacità, prima ancora che ai farmaci. Perchè il farmaco non diventi alla fine un limite invalicabile. Per il resto, spero che la tua amica faccia ancora passi avanti e alla fine magari arrivi a fare a meno anche dei farmaci se possibile. Questo è un augurio che le faccio con il cuore.

    Per la risposta alla domanda: esiste la pazzia?
  • Commento a: libergilida

    Ho lavorato all'interno di un dipartimento di salute mentale per diversi anni occupandomi di questi problemi e per esperienza posso dire che notevoli sono i passi indietro rispetto alla realtà basagliana.

    Intanto, la legge voluta da Basaglia è ben lontana dal venire applicata. Le conseguenze, purtroppo lo devo dire, sono anche gravi. L'uso delle medicine è mal ponderato da chi dovrebbe invece interpretare meglio i sintomi ed, eventualmente, l'esistenza di una vera e propria patologia o malattia (di cui tra l'altro non esiste ancora un vero e proprio riscontro oggettivo a livello fisiologico). Usare i farmaci costa meno dello psicologo, questo va detto, è anche un problema di costi per il servizio sanitario nazionale che deve quindi risparmiare. E infine il pregiudizio e lo stigma nei confronti di coloro che si curano. Ma alla fine il prezzo che paga la salute è alto. Se andate a leggere gli effetti collaterali che certi farmaci hanno (alcuni tolti negli Stati Uniti ma ancora usati in Italia, magari con nome diverso ma stesso principio attivo) c'è solo l'imbarazzo della scelta. Allora diciamo le cose come stanno: la politica in Italia è quella del contenimento di un problema, non della cura. Il risultato? Purtroppo ho visto peggiorare, e in alcuni casi morire persone a causa dei farmaci, ma questo è un dato che forse fa meno notizia. Perchè alla fine la storia di queste persone non interessa a nessuno. Sono piccole storie, realtà marginali che non toccano minimamente la normalità dei più. Questa l'amara e triste verità.

    Per la risposta alla domanda: esiste la pazzia?
  • Commento a: napoli414

    Forse bisognerebbe imparare a distinguere la Chiesa come Istituzione (che il clero rappresenta) dalla Chiesa come Comunità di singoli credenti. Le due cose possono anche non coincidere ed è giusto che sia così per scongiurare la supremazia di una regola sulla persona. La nostra Costituzione considera la religione una scelta e un fatto privato, qualsiasi sia il credo a cui appartiene. L'importante è la non ingerenza, la non invadenza di una religione piuttosto che di un'altra, questo vale anche per una religione di Stato come lo è quella cattolica. Il principio di democrazia si basa sul rispetto della dignità individuale, e quindi della volontà della stessa persona. Purtroppo invece questioni private riguardanti la vita di singoli individui, divenuti casi mediatici agli occhi della collettività, sono stati trasformati in questioni di principio, e di conseguenza riportati all'attenzione della persone come questioni politiche. Questo lo trovo intollerabile, in quanto lede la dignità stessa della persona che è trattata come oggetto della contesa in nome di un principio presunto che sembrerebbe superiore persino all'uomo. Ecco, questo è il rischio di una religione che da scelta individuale viene trasformata in propaganda e quindi scelta politica. Questo sconfina evidentemente al di fuori di qualsiasi forma di dialettica democratica, nel momento in cui si impone un principio come dogmatico e quindi superiore. Questo dico per chiarire meglio la mia posizione che ritengo rientri perfettamente in quella parte di comunità di credenti che da sempre direi si pone in maniera critica su questioni importanti riguardanti la persona.

  • Commento a: azkn858

    Chiarissimo azkn858!! Il mio però voleva essere un discorso più generale, nei confronti della religione indipendentemente a qualsiasi credo essa appartenga. L'ingerenza delle religioni nelle questioni politiche (l'attualità ne riporta ben più di un esempio) porta quasi sempre a conseguenze disastrose per la società. E in genere questo accade quando chiamiamo religione qualcosa che in realtà è pura e semplice ideologia e demagogia. E l'ideologia uccide l'uomo perchè non ne riconosce la libertà (di pensare e di agire). Le religioni sono nate per servire l'uomo, riconoscendone la dignità. Mentre sempre più spesso assistiamo ad una religione per così dire estranea all'uomo, che dice di conoscerlo ma che in realtà non ne riconosce e non ne rispetta prima di tutto i bisogni. Di fronte alla dignità dell'uomo insomma la religione deve compiere un passo indietro per non rischiare di imporsi come una qualsiasi altra forma di potere. Spero di essere stato chiaro azkn858.

  • Commento a: azkn858

    Non capisco cosa intendi per questioni di sesso. ... Io dico soltanto che una famiglia, quando di fatto è costituita (con figli) deve godere degli stessi diritti e medesimi doveri della famiglia tradizionale, e di conseguenza anche dei medesimi aiuti da parte dello Stato, in quanto lo Stato italiano rappresenta tutti indipendentemente dal loro credo di appartenenza come sancito nella tanto declamata Costituzione. L'ingerenza del Papa (e della religione in generale) in questioni di diritto non rientra nella vocazione della Chiesa che deve semmai dare l'esempio ma non imporre modelli del tutto relativi. Parlare di un certo tipo di famiglia è oltretutto anacronismo storico, visto che nella nostra epoca assistiamo ad una trasformazione di quello che è il nucleo familiare, lontano dai modelli patriarcali di qualche generazione addietro. Non possiamo in sostanza mescolare il credo con la politica che di per se stessa ammette la dialettica tra le parti e il relativismo contro qualsiasi tipo di fondamentalismo ideologico.

  • Commento a: vellutata21

    Sei infatti la benvenuta in questo spazio. Non vorrei tu avessi confuso le mie parole con quelle di qualcun'altro che ha riposto. In effetti il mio credo è il rispetto per la persona (che ribadisco ancora una volta), e quindi implicitamente il rispetto per la tua posizione, qualsiasi essa sia. E le mie critiche sono solo nei confronti di quella parte di Chiesa (intendo il clero) che spinge forzatamente su questioni che dovrebbero comunque rimanere personali e private. Intendo quelle situazioni che chiedono il rispetto delle volontà individuali. Perchè la religione rimanga una proposta, il che la può rendere anche maggiormente gradita, piuttosto che una imposizione. Comunque sono felice che tu esprima la tua opinione. Ricorda che il dialogo è l'unico mezzo che abbiamo per comunicare ciò che abbiamo dentro e in cui crediamo e per capire l'uno la posizione dell'altro (del resto ognuno ha una propria storia che influenza innegabilmente la propria opinione). E' un cammino che, se pure possiamo fare su strade parallele o differenti, ci porta ad un maggiore arricchimento reciproco. Questo almeno io mi auguro. Ciao.

    ungudugu (in riposta a vellutata21)

  • Commento a: paoloest

    Il Corano non ha niente a che fare con la violenza dei fondamentalisti. E' questo uno stereotipo con cui noi occidentali assimiliamo una determinata cultura. E' forse anche frutto di una nostra comoda semplificazione, perchè più facile è attribuire una valenza negativa a qualcosa che non comprendiamo (forse perchè semplicemente non conosciamo). Che il Corano sia rigidamente ancorato ad una cultura che è rigida questo è vero, lo è qualsiasi cosa sia sopravvissuta per secoli ai continui cambiamenti epocali. Ovviamente sbaglia l'uomo che arriva a maltrattare la donna, ma alla poligamia il Corano attribuisce determinati obblighi a carico del marito che sono più doveri che piaceri. Comunque, bene è sempre conoscere la cultura del marito per non trovarsi a brutte sorprese.

    Per la risposta alla domanda: In cerca di marito... arabo