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Risposta a: dune-buggi
I militari italiani parteciperebbero volentieri, ma sono tutti impegati in "missioni di pace" all'estero...
Per la domanda: il mio amico giulio -
Risposta a: piantagran
Questa è la prima parte della classifica...
1 Denmark 1 New Zealand 3 Finland 3 Sweden 5 Norway 5 Singapore 7 Switzerland 8 Netherlands 9 Australia 9 Canada 11 Luxembourg 12 Germany 12 Iceland 14 United Kingdom 15 Barbados 15 Belgium 15 Hong Kong 18 Japan 19 United States 19 Uruguay 21 Ireland 22 Bahamas 22 Chile 22 France 22 Saint Lucia 26 Austria 26 United Arab Emirates 28 Estonia 28 Qatar 30 Botswana 31 Bhutan 31 Cyprus 33 Portugal 33 Puerto Rico 33 Saint Vincent and the Grenadines 36 Israel 36 Taiwan 38 Brunei 38 Poland 40 Spain 41 Cape Verde 41 Dominica 43 Lithuania 43 Slovenia 45 Malta 46 South Korea 47 Hungary 47 Seychelles 49 Costa Rica 49 Latvia 49 Rwanda 52 Mauritius 53 Malaysia 53 Turkey 55 Georgia 55 Lesotho 57 Bahrain 57 Croatia 57 Czech Republic 57 Namibia 61 Oman 61 Slovakia 63 Cuba 63 Ghana 63 Saudi Arabia 66 Jordan 67 Macedonia FYR 67 Montenegro 69 Italy 69 Kuwait 69 Romania
Per la domanda: Quanta corruzione c'è in Italia? -
Risposta a: piantagran
Sì c'è una classifica pubblicata ogni anno da Transparency International - un’organizzazione non governativa - sulla percezione della corruzione nel mondo. Nel 2013 l'Italia si è posizionata al 69° posto su 177 paesi, migliorando di due posizioni rispetto all'anno prima ma rimanendo in una posizione di grave corruzione.
Per la domanda: Quanta corruzione c'è in Italia? -
Risposta a: sfilola
Genere? Rosa o erotico?
(anche se non mi sembra proprio lo stile alla Liala)
Almeno questo aiutino ce lo puoi dare...
Per la domanda: Giochino! Chi indovina che libro è? -
Risposta a: sfilola
Ecco qui! :-)
Per la domanda: Il coccodrillo come fa? -
Risposta a: pepperepe2
Il Consiglio dei Ministri ha cancellato dal testo della riforma del fisco l'articolo 5, nel quale veniva fissato il principio secondo cui le risorse recuperate dall'evasione sarebbero state destinate a sgravi per i contribuenti.
Le tasse saranno in aumento fino al 2014. L'Italia raggiungerà un livello di zero deficit "reale" solo nel 2015. Bankitalia prevede ancora un aumento della disoccupazione e un calo dei redditi.
In sintesi la pressione fiscale aumenta e i consumi si fermano: più tasse, meno consumi, meno redditi, e quindi ancora più tasse, per mantenere inalterato il livello delle entrate nelle casse pubbliche.
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Risposta a: tardona13
Con 2mila euro si può aprire una società anonima a Panama e non pagare più tasse per tutte le attività svolte all’estero, in Italia o in un altro Paese.
Leggete cosa ha spiegato in una conferenza a Lugano il titolare della Opm Corporation, società di consulenza fiscale con sede a Panama. «Per mantenere l’anonimato della società si stipula una scrittura privata, mentre il board lo mettiamo noi». In altre parole, come si apprende dal sito paradisifiscali.org, la sua società mette a disposizione dei prestanome, che figureranno negli atti pubblici, mentre la scrittura privata permetterà di disporre della società a colui che sarà il vero proprietario, ma il cui nome comparirà solo in una carta sigillata in cassaforte. Come fare poi ad operare? Ad esempio attraverso il gioco dei doppi nomi: «Si tratta di incorporare due società con lo stesso nome, una in un paradiso fiscale ed una in un paese a bassa tassazione e senza grandi controlli (Svizzera, Repubblica Dominicana, ecc.). La prima apre i conti in banca, ovvero maneggia il capitale. La seconda è quella di facciata, che fattura, questa si costituisce in un paese dove non ci sono grandi controlli fiscali e dove gli azionisti non hanno né proprietà né conti in banca. La seconda fattura, per esempio ad una società italiana, ma quando vengono forniti gli estremi del pagamento si dà il numero di conto della prima società.
In caso di controlli non insospettisce una fattura di un paese che non è nelle liste nere della Finanza e nessuno può sapere che il conto è realmente intestato alla Corp. di Panama che non ha nulla a che fare con l´omonima società. Logicamente, quando questo sistema viene usato per evadere le tasse è illegale, ma è legale se viene utilizzato per la protezione del capitale».
Fonte: Investinelmondo
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Risposta a: pepperepe2
Le risposte sono proprio nella lettera di Barnard:Ciò che sta accadendo in Europa non è solo frutto di accidenti finanziari e dissesti di bilanci, né in particolare di una crisi sistemica delle bilance commerciali. Certamente questi fattori contano, ma c’è ben altro. Vi sono forze al lavoro in Europa che mirano, alla distruzione delle dinamiche del Capitalismo stesso. E non sono affatto forze marxiste. Va compresa, qui, la differenza fra Europa e Stati Uniti. Nel secondo caso, il Capitalismo si è sviluppato su una terra nuda, ma nuda di ogni presenza delle forze dell’Ancien Régime europeo. Il Capitalismo americano è nato dinamico, pragmatico, e con un’istintiva connotazione verso la ‘Funzione del Consumo’, il fondamentale principio secondo cui è la Spesa che genera il Risparmio e dunque il successivo Investimento e i Consumi, da cui viene il profitto. Questa centralità della capacità di spendere valeva sia per lo Stato americano, che ha creato la maggiore ricchezza nella sua storia spendendo a deficit di bilancio fino al 25% del PIL, sia per il settore non-governativo, cioè il privato, dove l’elemento dei consumi (spesa) è sempre stato in primo piano.Riassumo: negli Stati Uniti, il Capitalismo ha sempre tenuto in vita una dinamica dove alla maggioranza dei cittadini andava garantito reddito sufficiente a generare una spesa interna che mantenesse in vita la produzione aziendale, spesso aiutata da grandi infusioni di spesa a deficit dello Stato. Questo prima della recente mutazione nella folle sfera finanziaria speculativa.Poi questo modello sbarcò in Europa, dove tuttavia, i gangli del Potere tradizionale - quello che ereditò gli ideali dell’Ancien Régime, del Neomercantilismo tedesco e francese - ha sempre visto il Capitalismo americano come un’aberrazione. Non certo per le sue derive eccessivamente consumistiche, ma, al contrario, solo perché persino quel minimo di contenuto democratico che esso mantiene – cioè la necessità della presenza di una popolazione tutelata abbastanza affinché consumi – era visto come un’insidia inaccettabile nelle mire fondamentali di questo Potere tradizionale europeo. Queste mire sono tuttora, la distruzione di qualsiasi potere popolare e democratico, e l’imposizione, in Europa di un nuovo ordine sociale di tipo para-feudale, con a capo quelli che già Adam Smith e David Ricardo definivano nel ‘7-800 i “rentiers”.I “rentiers” sono i rampolli delle nobiltà e delle tecnocrazie europee che ritengono loro diritto ‘divino’ non solo governare i popoli, ma anche prelevare tutta la ricchezza possibile dal lavoro di altri. E questo salasso ha colpito e sta colpendo anche voi imprenditori proprio oggi. “Rentiers” sono divenuti i finti imprenditori (come Montezemolo o De Benedetti in Italia) che scommettono su rendite da ‘clienti prigionieri’ dei servizi essenziali forzosamente privatizzati e riuniti in monopoli privati (la Captive Demand), violando ogni regola di libero mercato reale; lo sono i capitani Neomercantili di multinazionali dell’acciaio, metalmeccaniche o dell’high tech franco-tedesche, le cui strategie di profitto hanno abbandonato la virtuosità del libero mercato reale e si basano solo sulla deflazione dei redditi dei loro dipendenti cui succhiano la vita con pretese di produttività da collasso; “rentiers” sono i gestori degli Hedge Funds della City di Londra, gli speculatori che estraggono fortune inaudite proprio dall’attacco al tessuto economico di intere nazioni attraverso l’uso della scommessa finanziaria pura.Un profitto del tutto parassitario. Voi, le piccole e medie aziende italiane promotrici di redditi da lavoro e di consumi, siete nel loro mirino per questi motivi. Per riconquistare il potere perduto un secolo fa e al fine di attuare il loro programma, essi pensarono a un’intera struttura politico-economica, le cui forme larvali comparvero 75 anni fa, e la cui massima espressione è oggi l’Eurozona.
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