Ultime domande
-
Non hai inserito nessuna domanda!
Il Team di GENIO
Ultime risposte
-
Risposta a: dunebuggi
Come già detto, dopo l'evacuazione delle borgate di Erto e Casso verso la Valcellina, il muro -con uno spessore di addirittura ottanta metri- fu eretto in tutta fretta e in corrispondenza del passaggio fu insediato un posto di blocco permanente, presidiato. Lo scopo dichiarato era quello di frenare eventuali altre ondate, ma in realtà era quello molto più subdolo di impedire il ritorno degli sfollati. Questo non perché preoccupassero altri smottamenti, quanto perché in un primo luogo, dopo i fumi della polemica e del clamore sull'onda (è il caso di dirlo) del disastro, l'Enel non intendeva rinunciare del tutto al progetto idrico che tanto gli era costato, sia prima che dopo la nazionalizzazione. Si intendeva cioè cercare di salvare il salvabile, tentando di limitare di danni per poter possibilmente sfruttare, anche se in parte, l'invaso ostruito. Restava il corso del torrente Vajont (che poco distante dal passo Sant'Osvaldo continua a scorrere) e un residuo di lago. Per lo svuotamento del bacino residuo, bisognava cominciare recuperando l'accesso parzialmente ostruito della galleria di sorpasso costruita a suo tempo, e che fu lambita dalla massa franosa. In contemporanea, i tecnici Enel ebbero modo di condurre studi di fattibilità, e l'accesso negato dal versante di Sant'Osvaldo poteva ulteriormente consentire di agire indisturbati. Ovviamente però la cosa non restò segreta all'opinione pubblica, e non se ne fece più nulla. Almeno a fatti. Il muro rimase integro e presidiato per qualche anno, finché gli ertani sfollati decisero di riprendersi le abitazioni, e alla spicciolata tornarono alle loro case aggirando il muro via bosco, e allacciandosi abusivamente all'energia elettrica. Con l'andar del tempo il presidio armato fu rimosso, rimase solo il manufatto. Una sorta di porta della valle. Dopo lo spettacolo di Marco Paolini, nel 1997, l'opinione pubblica e il corso degli eventi in stallo da trent'anni presero una accelerata consistente, e si decise di eliminare uno dei più tristi ricordi ancora visibili della catastrofe, da sempre considerato l'ennesimo insulto da parte dei poteri forti che avevano seguitato a imporre la propria legge sui più poveri. Nell'inverno 1998-99 iniziò lo smantellamento, non rimasero né pietre né fondamenta, segno della volontà di cancellare del tutto una vergogna mai accettata. Non rimasero tracce, né pietre o ruderi. Sulla linea del Passo venne eretta la chiesetta di Sant'Osvaldo, e del muro non si parlò più. Esistono rarissime fotografie, qualcuna esposta alla mostra permanente sul Disastro presente a Erto.
Per la domanda: cerco notizie ...
Ultimi commenti
-
Al momento non ci sono commenti!
Il Team di GENIO