Il Nabucco è meglio farlo cantare ai castrati!
Vogliono dei teppisti arrivare al potere calpestando il nostro Inno Nazionale,introducendo filastrocche di loro comodo pur di toglierci il nostro sacro inno di Goffredo Mameli, io credo che questo sia troppo ,dicono che il Nabucco,cioè il" Và pensiero" sia più adatto a far distinguere la mano destra da quella sinistra al popolo italiano,io non sono d' accordo.Qualè la vostra opinione ?Ciao.
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Dal 1943 al 1946 l'inno nazionale italino fu "La leggenda del Piave" che personalmente ritengo mille volte più bello dell'Inno di Mameli.
Dopo il 1946 venne adottato come inno PROVVISORIO, il "Canto degli Italiani", altrimenti noto come Inno di Mameli.
L'Inno Nazionale quindi può essere anche cambiato senza tirare in ballo 2000 anni di storia, in quanto in tutto il mondo gli imperi sono nati e morti continuamente (cosa dovrebbero dire i Mongoli, che con Gengis Khan hanno avuto il più grande impero mai creato?). Purtroppo non basta un inno nazionale per unificare un paese in cui la classe dirigente è corrotta e in cui i cittadini si comportano come pecore.
2 commenti:
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Quella della leggenda sul Piave non la sapevo. Per il resto purtroppo hai ragione, un inno serve a nulla senza il resto.
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ciao Nickname da d/b. Grazie per aver elogiato il popolo Veneto e Friulano. Per documentarsi su cosa sia stata (realmente) la prima guerra mondiale consiglio la lettura del libro - Cesare de Simone - l' Isonzo mormorava (fanti e generali a Caporetto) - ecco allora spiegato il fatto per cui (giustamente) i Friulani hanno cancellato il nome di luigi cadorna dal proprio stradario di vie e piazze.- (ricordo una seconda volta il libro - Cesare de Simone - l' Isonzo mormorava (fanti e generali a Caporetto).-
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Va bene, castrati a parte, il voto dato dal governo a favore dell'apprendimento dell'inno italiano nelle scuole sembra una sciocchezza, ma è un segnale forte che insieme all'opera di riduzione delle provincie va in una precisa direzione politica. Ho l'impressione che questo e altre operazioni tipo i tablet nelle scuole (ma quando mai?) siano gli ultimi colpi di coda un po' confusi di un governo che comunque non ha mai parlato di federalismo, di un governo vecchio stampo centralista e accentratore. E' un bene andare al voto a scadenza naturale e con le spalle un po' coperte dalla cura del dottore un po' freddo, austero e che ha lasciato poco spazio alle sciocchezze mediatiche, alle apparenze, alle ruberie dei furbetti. Ora però bisogna andare al voto per far camminare l'italia con le sue gambe, sempre che abbia abbastanza forza da stare in piedi.
Sul fatto che basti un inno per tenere uniti gli italiani però ho dei forti dubbi: siamo un paese diviso e frammentato, digregato da anni di politica del malaffare e dalla mancanza di senso civico. Sarà una gara dura a cui sono chiamate a dare risposta le nuove generazioni: se ne riparlerà fra 20 anni.
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Pubblicato IL 08/11/2012, ORE 19:40
Appassionato di affari e finanza, ambiente e natura, amore, animali, attualità e politica, auto e moto, casa e arredamento, cinema e tv, città, cucina e ricette, curiosità, dubbi legali, esoterismo e mistero, genitori e figli, giochi, gossip, hobby, lavoro, meteo, moda e tendenze, musica, ortofrutticoltura, salute e benessere, scuola e cultura, sessualità, sport, tecnologia e internet, viaggi
A me sembra di capire che: " farlo cantare ai castrati" significa farlo cantare alle voci bianche, ossia a quegli uomini che, per mantenere la voce "bianca", ossia da bambino, acuta e limpida, venivano castrati!
Oggi si è votato alla camera a favore dell'inno di Mameli, (i leghisti sono usciti fuori) stabilendolo come inno che unisce la nazione, ecc.
Per questo Bruno ha esternato il suo parere in questa domanda-considerazione.
Il nabucco che preferiscono i leghisti, come loro inno nazionale, è ridicolo, nel senso che parla degli ebrei esiliati da Nabucodonosor, re di babilonia, e non ha niente a che fare con la Lombardia.......
3 commenti:
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Pubblicato IL 08/11/2012, ORE 21:00
Appassionato di affari e finanza, ambiente e natura, amore, animali, attualità e politica, auto e moto, casa e arredamento, cinema e tv, città, cucina e ricette, curiosità, dubbi legali, esoterismo e mistero, genitori e figli, giochi, gossip, hobby, lavoro, meteo, moda e tendenze, musica, ortofrutticoltura, salute e benessere, scuola e cultura, sessualità, sport, tecnologia e internet, viaggi
Ciao Dune, caspita, un veneto che parla così! Anche qui in sardegna c'è qualcuno che si definisce "indipendentista", ma anch'io credo e spero in un'Italia unita (unione costata sangue) e collaborativa, certo, rimangono problemi da affrontare. Ma ammetto che in certi casi di sperpero e abusi e inefficienze di alcune regione del sud, possano dar fastidio alle prospere del nord....
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I nostri nonni non hanno donato la vita, li hanno mandati a morire i vari re, signori e signorotti che hanno dominato questo povero paese. Sai che gioia morire a 20 anni col risultato di avere un paese che non ti da ne lavoro, ne sanità, ne scuola e ne pensione oggi come allora. Già, proprio così oggi come allora.
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La mia opinione è che non capisco cosa vuoi dire, prova a chiarire meglio perchè tra castrati, filastrocche e mani non è che sia molto chiaro.
4 commenti:
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Caro bruno768 pieno di inutile retorica, pure falsa e non per colpa tua. Ma sono duemila anni de che ? Le terre verdi e lussureggianti ? Si, questo era vero forse 2000 anni fa ! Ma dirlo oggi ! Non prendiamoci in giro. È senza temere nessuno ? Ma se siamo sempre scappati. Siamo da sempre la patria degli Schettino.
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Ciao bruno768, sono d'accordo con stefano: l'Italia di cui parli forse c'era 2000 anni fa (ma a quel tempo non esisteva l'idea di Nazione). Quindi c'era un territorio, che in futuro sarebbe entrato a far parte degli attuali confini italici, governato da un popolo, il romano, che si è espanso militarmente e politicamente in parti dell'europa e nel bacino del mediterraneo. Da allora ne abbiamo buscate quasi da tutti, e ce ne siamo dati a gambe levate molto spesso. Questyo non toglie naturalmente che ci sono stati molti italiani che si sono distinti nei secoli, in battaglia come nelle arti e nelle scienze.
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