Evoluzione della lingua italiana (2)

La lingua italiana continua a essere forse una delle più belle che esistano. Esistono, però, individui che di questa lingua ne fanno un uso personale o addirittura improprio. Mi riferiscono alle persone che con un microfono in mano descrivono ciò che succede in una trasmissione televisiva o in un'arena sportiva.

 

Ultimamente mi è capitato di sentire termini usati da telecronisti sportivi che letteralmente non esistono. E quel che è più strano è che ci sono altri telecronisti che scimmiottano  letteralmente i loro improvvidi colleghi, non rendendosi conto delle castronerie che dicono.

 

Faccio un paio di esempi: qualcuno ha inventato un termine che è "contrato" e che a suo dire vorrebbe significare contrastato. Contrato, come participio passato, non esiste assolutamente, nè come declinazione del verbo contrarre, nè come declinazione del verbo contrastare. Eppure nelle telecronache di calcio sentiamo ogni tanto questo termine aleggiare nella bocca del telecronista di turno.

 

Un'altra frase letteralmente inventata è "fare a sportellate". Questa frase deriva dalla terminologia usata in telecronache di corse automobilistiche. Ma già in questo ambito l'uso della frase è improprio. Esiste "sportellato", esiste "sportellista", ma non esiste "sportellata". Mutuare addirittura nel calcio questa frase è quanto meno azzardato. Se proprio si vuole fare una metafora di ciò che succede tra due giocatori che corrono e si spintonano, si potrebbe fare una similitudine con altri sport fisici (tipo lotta libera o boxe) e non con sport dove non c'è contatto fisico quale è l'automobilismo.

 

E che dire delle "licenze" linguistiche di conduttori vari che appioppano nomignoli a personalità, tipo "Valeriona" a Valeria Marini o "Aldone" ad Aldo Biscardi o "Bisteccone" a Giampiero Galeazzi. Non si rendono conto che tali termini possono anche rasentare l'offesa personale? I soggetti presi ad esempio chinano la testa e ci passano su per non creare disagio, ma i conduttori che adoperano tale terminologia dovrebbero darsi un contegno e condurre come si conviene.

Siete d'accordo sull'uso di questi "neologismi" inventati per caso? 

 

totinho957totinho957

Pubblicata IL 11/06/2011, ORE 23:28 | Aggiornata IL 11/06/2011, ORE 23:51
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Risposte Geniali

  • babaj1babaj1

    Pubblicato IL 29/12/2014, ORE 00:19

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    le cose vanno oltre confini perchè l'ego umano ama complicarsi la vita ci si domanda ma dove andremo a finire guardando il mondo e le mode così però ci sono cose che ci equilibrano libri come the yugas di Jospeh Selbie e David Steinmetz sono molto di comprensione di come ci sia una scelta di libero arbitrio nelle persone e credo che leggendo questo libro riesci un pò a capire la storia e a trovare pace altrimenti chi lo capisce questo pazzo mondo che non sà costruire felicità nata dall'anima 

  • sonocampagnolosonocampagnolo

    Pubblicato IL 26/12/2014, ORE 22:35

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    la lingua italiana non evolve , ma involve. Mi incazzo quando sento un fighetto dire .."...selfie.."...anzichè autoscatto , oppure dire..."..location.."...anzichè collocazione. Ma noi che parliamo la lingua più bella del mondo abbiamo bisogno di usare ridicoli inglesismi..??. Che pena coloro che li usano , sono dei poverini..!!!

  • memory15memory15

    Pubblicato IL 17/12/2014, ORE 14:54

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    Interessante domanda! Non so bene cosa rispondere nel senso che anche a me i neologismi lasciano di stucco e infastidiscono, però sono anche convinta che necessariamente una lingua continua ad evolversi e non potrebbe succedere - adesso che non ci sono invasioni di altri popoli - se qualcuno non provasse ad aggiungere parole ove crede che manchi il termine di cui ha bisogno. La maggior parte delle parole poi si perdono, ma qualcuna resta. E' sempre stato così e oggi probabilmente con i mezzi di comunicazione moderni sarà più facile e veloce comprendere le parole che sopravviveranno da quelle la cui vita sarà una meteora.

     

    Quello che sopporto poco sono i neologismi inutili, tratti da parole straniere italianizzate in modo ridicolo quando esiste un termine simile in italiano (embeddare invece di includere, per esempio)

    1 commento:

  • bia49bia49

    Pubblicato IL 15/06/2011, ORE 17:12

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    Ciao Toti, certo la grammatica è grammatica, e direi che in italia ne abbiamo anche da vendere. Per sportellate forse il cronista simboleggia l'aprirsi dello sportello dell'auto, chissà. Comunque non sono assolutamente d'accordo con i nomignoli appioppati alle personalità....

    1 commento:

    • totinho957totinho957

      Pubblicato IL 15/06/2011, ORE 17:19

      Appassionato di attualità e politica, cinema e tv, salute e benessere

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      Nelle corse automobilistiche con vetture che somigliano alle vetture normali in circolazione, molto spesso le auto si affiancano e nel tentativo di superarsi l'una con l'altra, a volte si toccano sportello contro sportello, da quì l'invenzione del modo di dire "fare a sportellate". Potrebbe anche starci. Quello che secondo me non ci può stare è il mutuare di questo modo di dire nel mondo del calcio. Vedo in questa frase una estrema forzatura di intenti, insomma, una metafora che non ci sta. Ciao, Biaaa. Sorridente

  • totinho957totinho957

    Pubblicato IL 13/06/2011, ORE 00:29

    Appassionato di attualità e politica, cinema e tv, salute e benessere

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    Certo, non sono contrario all'uso di nuovi termini che poi, visto il loro diffondersi, entrano di gran carriera nei vocabolari. Tu pensa che è entrato addirittura nel gergo medico (e dico medico) la parola "tafazzina", che sembra che sia un organismo del corpo umano (un anticorpo o un'enzima o chissà cosa). La derivazione del termine è straordinaria. C'era una gag di Aldo, Giovanni e Giacomo in cui quest'ultimo vestito di nero e con un sospensorio bianco si batteva gli zebedei con una bottiglia di plastica, continuando a farsi del male. Questo microrganismo di cui ti parlo agisce più o meno nella stessa maniera e i ricercatori hanno ben pensato di chiamare l'organismo appena scoperto col nome del personaggio interpretato da Giacomo: Tafazzi.

    Nel caso cui facevo riferimento nella domanda, la parola "contrato" non è un sostantivo, bensì un participio passato di un verbo inesistente. La grammatica quì non ammette sgarri.

  • cupra285cvcupra285cv

    Pubblicato IL 12/06/2011, ORE 20:56

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    Ciao totinho

    Ciò che dici è vero,però devi anche tenere conto del fatto,che parole inesistenti,se entrano nel linguaggio collettivo,vengono introdotte nel vocabolario,incominciando così a divenire parole del linguaggio italiano.

    E' sempre stato così.Certo,inizialmente sembra strano,ma tutto stà nel fatto,se quella parola detta da tizio,riscontrerà il favore della popolazione,o meno.

    Ciao

  • entropia1980entropia1980

    Pubblicato IL 12/06/2011, ORE 20:31

    Appassionato di

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    No, nella maniera più assoluta. Le persone che si rivolgono ad una platea di ascoltatori durante il loro lavoro dovrebbero evitare l'utilizzo di un linguaggio scorretto, non consono e sopratutto storpiato.

    Ciao.

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